Ci risiamo

Ci risiamo

Per il nostro centro storico, e per Monopoli in generale, un’altra estate vissuta selvaggiamente, all’insegna del non governo. Una mancanza assoluta di regole che tengano insieme divertimento e residenti, turismo e cultura.
Non bastano gli aumenti degli orari dei varchi, la ridefinizione delle strisce blu e l’istituzione di qualche ZTL per affermare di avere gestito una situazione così delicata e importante per la città.

È il non governo il problema principale della gestione estiva della nostra città, lasciata in mano a interessi spesso in contrasto tra loro, senza alcuna volontà di sporcarsi le mani per coordinarli.
Quando, ormai 6 anni fa, il Sindaco Romani si astenne dall’intervenire e prendere parte al primo vero “incontro-scontro” tra residenti e operatori (e i temi erano “solo” i parcheggi al porto e la musica dei primi locali), gli dicemmo pubblicamente che si stava prendendo una responsabilità enorme, di cui la città avrebbe pagato il conto. Esattamente ciò che, purtroppo, sta avvenendo.
Lo stesso atteggiamento è andato avanti nel corso degli anni, mantenuto con perseveranza anche dalla nuova amministrazione di Angelo Annese: un compiacente ok a quasi ogni intervento edilizio e/o commerciale, senza alcun tentativo di anteporvi un ordine e un controllo.

Rendere transitabili le principali vie del centro storico ai mezzi di soccorso, definire e approvare il Piano di zonizzazione acustica, concordare con l’azienda preposta più opportuni orari per la rumorosa raccolta del vetro, frenare il progressivo spopolamento del centro storico causato dell’esponenziale aumento di locali e b&b -alcuni dei quali sorti modificando pesantemente la storia e la natura dei luoghi- sono solo alcuni dei temi ormai diventati cruciali.

Non prendiamo neanche in considerazione le parole di chi, in queste ore, ha disumanamente puntato il dito sul presunto ritorno economico per quanti, disperati, hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni e la loro storia, mettendo in imbarazzo la stessa Amministrazione, la quale, però, ha evitato di prendere ufficialmente le distanze da tali scellerate affermazioni, confermando, di fatto, la propria sostanziale complicità ideologica di fondo.

Il tema è riuscire a dare un ordine al complesso sistema “centro storico” e farlo con il sostegno di tutti, ponendo la giusta attenzione a ciascuno. E’ possibile, ma si deve fare presto.
Ogni intervento edilizio, ogni concessione commerciale incide sui luoghi originari e, oltre un certo limite, li snatura. A Monopoli questo limite è stato abbondantemente superato senza alcuna regia e, tutto ciò, in termini sociali, si chiama “gentrificazione”.

Ogni residente del centro antico che va via, probabilmente non tornerà più, e quel luogo, millenaria stratificazione di pietre storie e costumi, quel concentrato di vita per il quale si muovono nel mondo i flussi turistici migliori, semplicemente finirà di esistere. E, insieme alla dissoluzione di quel luogo terminerà la ragione stessa di tanta devastazione.
Umanamente, si chiama insensibilità omicida. Politicamente, si chiama assenza calcolata a servizio di una grossolana e cieca economia di rapina.

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