
Il piano casa pugliese e la nuova sentenza della corte costituzionale
Ai tantissimi interventi giuridici che riguardano il Piano Casa, si aggiunge, freschissima, la sentenza n.192/2022 della Corte Costituzionale. Essa ribadisce, senza alcun margine interpretativo: “gli interventi edilizi disciplinati dalla legge regionale devono essere realizzati nel pieno e assoluto rispetto delle specifiche prescrizioni del PPTR, che hanno natura cogente e inderogabile. Il PPTR deve essere messo al riparo dalla pluralità e dalla parcellizzazione degli interventi delle amministrazioni locali, che possono mettere in discussione la complessiva e unitaria efficacia del Piano paesaggistico.”
Una sentenza che coinvolge in modo speciale, e con un tempismo perfetto, il percorso della nuova proposta di legge pugliese sul riuso del patrimonio edilizio esistente, che oggi 28 luglio 2022, sarà discussa in Consiglio regionale con l’obiettivo di sostituire il Piano Casa con una normativa ordinaria, scevra dagli elementi di incostituzionalità inseriti negli ultimi anni, forzando, di proroga in proroga, il testo originario.
La nuova proposta di legge, frutto del lavoro magistrale svolto dall’assessora Anna Grazia Maraschio e dagli Uffici regionali, è un’efficace mediazione tra gli interessi in gioco poiché, salvaguardando gli aspetti paesaggistici e restituendo centralità alla programmazione urbanistica, consentirà, se approvata senza altri dannosi emendamenti, le stesse premialità volumetriche previste dal vecchio Piano casa, in cambio della riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.
A poche ore dalla discussione in Aula, è auspicabile che talune componenti della maggioranza, con il sostegno di consistenti settori della minoranza, rinuncino a interventi modificativi che ne tradiscano l’impianto, a esclusivo vantaggio delle comunità e dei territori, soprattutto di quelli più piccoli e meno dotati di adeguati strumenti urbanistici. Una Legge regionale che dia loro certezze e non presti più il fianco ai ripetuti interventi della Magistratura, cui abbiamo assistito in questi anni. Si chiama responsabilità. Oggi capiremo, in Consiglio regionale, chi la possiede …e chi no.