La forza del popolo
La politica monopolitana si prepara alle ammistrative 2023
Capita, a volte di sbagliare i propri calcoli.
L’onda di sdegno che si è alzata all’indomani dell’abbandono da parte di Stefano Lacatena del gruppo di Forza Italia per approdare nella civica bulimica di Michele Emiliano, trova la sua potenza proprio tra gli elettori del centrodestra che, mai, 2 anni fa, avrebbero voluto vedere riconfermato il governatore magistrato.
Il sistema Lacatena-Pasqualone-Annese, furoreggiando in città e nell’agro con una politica fatta di casette di babbo Natale, movida a gogò, inchini a santi e madonne, spot turistici e vie intitolate a showman televisivi, pensava di essere riuscito a insabbiare le mortificazioni strutturali fatte ai danni del territorio e dei suoi cittadini.
I monopolitani sono gente aperta e incline a facili entusiasmi, ma non prona ai tradimenti e ai soprusi. Senza scomodare la storia, basta leggere l’enorme quantità di post pubblicati nell’etere. Tutti a sottolineare uno stato di disagio e una stimmatizzazione negativa nei confronti dell’interesse personale, carrieristico e a favore dei poteri forti mostrato da Lacatena.
A Monopoli, come un po’ in tutto il Sud, la povertà, dopo i 2 anni di pandemia, non ha riguardato solo una piccola frangia di persone ma un numero allarmante di famiglie (vedi i dati Caritas). Non si contano gli appelli per una casa in locazione, in un territorio con un forte incremento cementizio che, però, nessuna abitazione mette a disposizione di chi non operi investimenti.
E, allora, di fronte a un turismo di consumo e non di condivisione, nella logica per cui più cemento è uguale a più turismo esclusivo, di fronte a un’economia basata su un terziario fragile e non garantito, a un territorio calpestato in modo irreversibile, c’è una comunità che sta imparando a dare valore a sé stessa e che le operazioni di maquillage e di trasformismo ha imparato a riconoscerle e a tenerle distanti.
Si respira un’aria che profuma di cambiamento, volta a riportare le politiche cittadine nel solco della sobrietà e della competenza, senza raggiri e doppi giochi. Questo è un tempo che grida perché si diano risposte serie e concrete ai bisogni della città e della sua popolazione.
Maria Angela Mastronardi