Turismo: primi scricchilii tra le fila degli imprenditori
È l’ora di una politica di programmazione e riorganizzazione delle filirere
La stagione turistica a Monopoli sta entrando nel vivo. Mentre scriviamo, i numeri che scorrono sul Contatore dell’Imposta di soggiorno, nel sito del Comune di Monopoli, dicono di 979 strutture certificate e 868 turisti presenti. Numero quest’ultimo abbondantemente superato dalla presenza nei fine settimana dei turisti di prossimità, perlopiù giovani che rimpolpano quel turismo di consumo, delizia degli esercenti della ristorazione e croce dei residenti e dei turisti stanziali.
Ma in questo inizio d’estate alcune cose stanno cambiando, a partire proprio dagli operatori turistici. Un polverone lo hanno alzato le notizie della rinuncia di una coppia di viaggiatori al loro soggiorno per gli schiamazzi notturni, l’autodenuncia del proprietario del “Chinè”, stanco di dover nascondere i motivi che lo hanno indotto a infrangere le regole per lo stoccaggio delle merci, la penuria di lavoratori, camerieri aiutocuochi e pizzaioli addetti al settore della ristorazione.
Non rimarchiamo le considerazioni politiche a cui spesso ci riferiamo, che vanno nella direzione di un turismo sano, capace di innescare un’armonia tra sviluppo dolce, economia della conoscenza e qualità ambientale, perché gli imprenditori turistici appaiono ancora non del tutto pronti a sperimentare percorsi diversi da quelli intrapresi. Ma non possiamo esimerci dal sottolineare che la favola dello sviluppo di Monopoli, nel segno del liberismo sfrenato, sta cominciando a presentare il conto. Salato proprio per gli imprenditori sani che, un volto diverso all’impresa, lo vorrebbero imprimere.
- La stagione 2022 si è aperta alla Borsa Internazionale del Turismo (BIT) di Milano l’11 aprile scorso con la presentazione di una docu-serie sulla città intitolata “Enjoy Monopoli”. 5 episodi con protagonista l’attore Emanuel Caserio, su cui sono stati investiti i soldi della tassa di soggiorno “per attirare un target di turismo alto, soprattutto del Nord Europa” (cit. sindaco Annese e assessore Iaia). Dopo 2 mesi di permanenza sul canale youtube, le puntate vantano una media di 70 mila visualizzazioni, poche come già preventivato dal giornalista Antonio Calitri su “il Venerdì” di Repubblica del 15 aprile, dal momento che i numeri andrebbero depurati dalle visite effettuate dai monopolitani.
- Di fronte alla carenza di lavoratori della ristorazione, molti gestori affermano che non riescono ad alzare i salari, perché un loro eventuale aumento, oppure l’affitto di magazzini a norma o anche acquistare esclusivamente merce super tracciata, li manderebbe a gambe all’aria, non riuscendo a starci più con le spese. Significa che il turismo, così come si sta determinando a Monopoli è un settore a basso valore aggiunto, che crea bassi salari e un’economia povera. Trasformare una città, che viveva di mercanzia, artigianato locale e settore industriale, in una meta turistica, con salari da fame e lavori stagionali, sta creando un impoverimento del tessuto sociale.
- È quasi noioso riportare alla luce gli annosi problemi del mancato piano di zonizzazione acustica, la inesistente segnaletica degli ingressi alle poche spiagge rimaste libere, la povertà di parcheggi, il Pronto Soccorso al collasso, la fogna incapiente, il proliferare di strutture non registrate per eludere il fisco, l’aumento della microcriminalità. Un continuo stato di emergenza, di fronte al quale, la giunta Annese predispone interventi a macchia di leopardo, improvvisazioni e operazioni di make-up privi di ogni sostanza e visione lungimirante.
A tutto questo non basta il coraggio di Francesco del Chinè, che le spiegazioni sugli illeciti sanzionati le ha volute esprimere mettendo la propria faccia, ci sembra che sia giunto il tempo in cui dare spazio a una politica di programmazione e di riorganizzazione delle filiere del turismo, con cui accompagnare gli operatori nel tenere alti i livelli di servizio e rispondere alla domanda di turismo di qualità, anche lontano dai mesi estivi.