Bene il Propero fest. Ma per pensare lungo, urge la commissione biblioteca
La Monopoli che va è sicuramente quella del turismo. Lo dicono i dati ufficiali che registrano le presenze in città, le numerose foto postate sui social, i commenti di personaggi noti nel mondo dello spettacolo.
Il Prospero Fest, in una edizione estiva inedita rispetto alle passate edizioni in funzione di una ripartenza post pandemia, è un modo per integrare le politiche culturali nelle politiche commerciali e territoriali.
Bene fin qui.
Ci si augura però che il suo obiettivo non si esaurisca in una transizione del talkshow dal mondo della televisione al palco in piazza Palmieri.
Evoca la necessità che il progetto della Rendella giunga a compimento.
Avere uno spazio ben fatto da mostrare ai visitatori e gestito in modo garbato dalla direttrice Marianna Capozza e dalla cooperativa di servizi, non basta se si vuole guardare oltre e costruire progetti di futuro. La creazione di una commissione biblioteca, un comitato tecnico scientifico di nomina politica, aperto alle intelligenze della città, con apporti del mondo scolastico e del mondo giovanile, darebbe alle iniziative pubbliche un respiro diverso e più ampio.
La commissione, così come succede in tutte le biblioteche, avrebbe il compito di vigilare sul buon andamento della Biblioteca; di elaborare e proporre le linee e gli indirizzi della politica culturale della Biblioteca; di suggerire eventuali modifiche all’organizzazione delle attività della Biblioteca, tenuto conto delle esigenze dei lettori; di favorire gli apporti di enti, associazioni, gruppi di studiosi in grado di fornire prestazioni di animazione culturale e di sviluppo di speciali settori bibliografici; di elaborare le iniziative per interessare la comunità alla vita della Biblioteca e per farne conoscere i progressi e le necessità.
La dr.ssa Agnoli, ispiratrice del modello bibliotecario Rendella, i giovani, frequentatori assidui delle aule studio, il circuito degli intellettuali monopolitani meritano che con la biblioteca la storia culturale della città sia non solo il motore di economie innovative ma che prosegua nel solco tracciato dai padri.
In tal modo anche il Prospero Fest del futuro non sarà solo una generica rassegna di autori in formato ridotto rispetto alla bulimica kermesse del Libro Possibile, ma il frutto di un lavoro progettuale a più teste, che svisceri un filone culturale con approfondimenti internazionali, che capitalizzi le genialità locali e che dia un senso di bellezza e di luce alla cultura.