IL GOVERNO TECNICO DELL’ANNESE BIS
Anche stamattina ai microfoni di Rai1 il dirigente D’Amico, portavoce del Comune di Monopoli.
Che il dirigente D’Amico ci avesse abituati, un prospero dietro l’altro, a essere indicato come l’ideatore e il realizzatore della politica culturale monopolitana, e che l’ingegner D’Onghia rispondesse in consiglio comunale alle interrogazioni dei consiglieri, alla fine pensavamo fossero eccezioni dello spoils system dell’Annese bis. E, invece, sulla scena si è fatto avanti anche il dirigente Calabrese che, più di recente, ha impersonato la svolta bio della mensa scolastica e sociale.
Che ci fosse un problema con la squadra di governo, lo si era capito dalla soporosità della stessa. Forse assegnazioni non coerenti alle inclinazioni personali o, al contrario, troppo vicine agli interessi privati, tanto da ravvisarvi un simil conflitto di interessi, hanno contribuito a far alterare lo stesso Sindaco, che nell’ incontro di Giunta svoltosi giovedì 19 ottobre, ha cercato di spronare la sua squadra di governo, turbando gli animi di alcuni e stimolando la reazione di Palmisano che, passato dall’assessorato ai Lavori Pubblici all’Urbanistica, non riuscirebbe a sentire suo l’incarico.
Le questioni che si aprono sono diverse:
L’avanzare dei dirigenti, in un’Amministrazione politica e non tecnica, determina una slabbratura della neutralità che dovrebbe contraddistinguere il ruolo dirigenziale, rispetto agli orientamenti politici dell’Amministrazione in carica.
Si verifica un’ingerenza profonda della dirigenza tecnica rispetto a quella politica.
Ma se i dirigenti avanzano, evidentemente c’è un vuoto assessorile con il conseguente arretramento dell’iniziativa politica.
Si afferma un gruppo di lavoro insufficiente. Le nomine col metodo del manuale Cencelli funzionano con i partiti politici ma molto poco con le civiche. I partiti hanno una disciplina interna e certi ruoli apicali si svolgono dopo una gavetta che può durare anche anni. Ma quando si nominano i primi eletti delle civiche a rivestire il ruolo assessorile senza tener presenti né capacità né propensioni, il rischio è di innescare processi pericolosamente ambigui, con le devianze di cui sopra.
Chi patisce sono sempre i cittadini, che assistono inermi a una politica raccontata sui social, con servizi video e foto che ritraggono una bulimia di inaugurazioni o normali attività, fatte passare per straordinarie operazioni di aiuto all’evoluzione del territorio e dell’economia di ogni abitante.