La pagella di Emiliano

La pagella di Emiliano

L’istinto, a volte esagerato e perverso, di voler essere il primo della classe, fa prendere nuovamente al governatore Emiliano un voto largamente insufficiente.
Mentre si spengono gli echi della rielezione di Mattarella al Quirinale e Letta, il segretario del Pd, pianifica di formare un asse in Parlamento anche con Forza Italia per sostenere il governo Draghi, Emiliano dà corpo a questa intuizione, reiterando la sua personale strategia di allargamento che, nella sua grammatica, significa imbarcare donne e uomini di potere da qualunque formazione provengano.

Al di là delle grigie performance del dr.Palese alla guida del bilancio pugliese, noi, che in politica mettiamo idealità e cuore, sentiamo di essere stati traditi in modo quasi viscerale. Emiliano si contorce sul proprio essere un personaggio e cancella 15 anni di luminosa storia politica oltre che la sua stessa identità. Sotterra la Primavera pugliese, di cui fu uno degli artefici, il pensiero meridiano del sociologo Cassano, la politica generativa di Guglielmo Minervini, l’impegno politico e culturale di Alessandro Leogrande, la società civile di cui era testimone e rappresentante (cosa diversa dalle sue liste civiche), il sindaco magistrato delle lotte contro Punta Perotti, la exFibronit e la criminalità organizzata.

Il destino umano e politico del Governatore è affar suo e con esso dovrà fare i conti.
A noi interessa proteggere e curare quello che resta del progressismo e del rinascimento pugliese, frenare il trasformismo e l’assembramento di potere per il potere, lenire il senso di smarrimento e la disillusione, perché non si mortifichi ulteriormente la politica svuotando le urne e lasciando che vada avanti un far west istituzionale.

I commenti sono chiusi.