Responsabilità solidarietà e unità
La principale difficoltà che un Governo europeo moderno deve affrontare, nel gestire emergenze complesse come quella odierna, è contemperare le esigenze sanitarie con la tenuta del Paese. Una nazione che crolla nel panico può creare conseguenze peggiori, pur in presenza di misure severissime. Per questo, le misure escono a step. Per questo i decreti vengono talvolta velocemente “misurati” con alcune Regioni. Per questo il Governo non sempre fa pedissequamente quello che viene indicato dall’Istituto Superiore di Sanità.
Eppure, dobbiamo prendere atto che il Paese reale sta reagendo spesso in maniera immatura:
- uffici stampa regionali (tra l’altro fortemente interessati) che divulgano Decreti provvisori;
- mezzi di comunicazione che rilanciano i testi provvisori con la dicitura “esclusivo”;
- gente che fugge dalle zone rosse in virtù della bozza del Decreto;
- Presidenti delle regioni che istituiscono (anche giustamente) misure severissime, tuttavia facendo intendere che il Governo non sta facendo quello che andrebbe fatto;
- altissimi rappresentanti politici che criticano l’operato del Governo chiedendo misure illogiche, oppure non realizzabili nell’arco di 48 ore, rischiando di mettere ulteriormente l’Italia alla gogna mediatica europea.
Non si tratta di espressione del dissenso (che sarebbe lecitissimo), ma di immaturità nel basilare rispetto delle regole, amministrative e di convivenza.
Quindi, tre indicazioni dovrebbero in questi giorni guidare i nostri pensieri e le nostre azioni:
- rispettiamo con la giusta, ma non esagitata, preoccupazione le direttive che ci vengono richieste;
- il presidente Conte sta facendo bene un lavoro importante e, a prescindere da questo, piaccia o non piaccia, è il nostro Presidente del Consiglio e la guida ufficiale del Paese;
- l’uscita da questa crisi si determina con misure intelligenti e globali, non sovraniste e populiste, senza prospettare future chiusure o cedendo a egoismi di ogni tipo. L’epidemia non è “lombarda, veneta ed emiliana” (pericolosissimo anche solo lasciarlo intendere), ma è italiana e mondiale… siamo, e torneremo presto a essere, cittadini italiani e del mondo.