Salviamo la cultura
Per un impegno che riscopra il valore della testimonianza
Lo scambio di opinioni, a tratti verbalmente violento, sull’apposizione di manifesti alle mura cinquecentesche di Portavecchia, apre a considerazioni più profonde sul ruolo che gli intellettuali rivestono o dovrebbero rivestire.
Ribadiamo che non vi era alcuna denigrazione nei confronti del Phest né tantomeno sugli organizzatori di cui stimiamo, oltre al grande lavoro, le belle capacità artistiche e innovatrici.
La nostra idea è che ritornare nel centro storico dia ciccia a un turismo che non necessita più di alcuna promozione, depriva l’organizzazione di ossatura sociale e rimpolpa una politica di destra che, quotidianamente, alimenta una cultura della presenza e ancor di più dell’apparenza.
Monopoli non è solo una vetrina.
Monopoli è una città afflitta da forti contrasti sociali e da una povertà dignitosa ma diffusa.
Quale altro impatto avrebbero avuto il Phest o le altre importanti manifestazioni culturali se si fossero trasferiti nei quartieri periferici e avessero acceso i fari sulla desolazione urbana e sociale, impegnandosi a rammendare la distanza con il centro della città?
Proviamo a immaginare l’effetto che avrebbero sortito gli stessi manifesti del Phest sul muro del quartiere Piccinato a ridosso della via Traiana, e lo svolgimento degli eventi nei plessi scolastici del quartiere o nei cortili tra una palazzina popolare e l’altra.
La cultura non può abdicare al suo ruolo di testimonianza.
Pur comprendendo quanto gli operatori culturali abbiano bisogno di lavorare senza grane e con velocità, quando rinunciano alla testimonianza finiscono per produrre fumo partecipando a un grande circo mediatico.
Da parte nostra vorremmo rivolgere un appello agli intellettuali attenti al sociale perché agiscano con coerenza. Prestare l’opera del proprio ingegno senza interrogarsi sullo stile di governo di un’Amministrazione poco incline a raccogliere i segnali di sofferenza e di dolore del corpo sociale, preoccupata di creare vantaggi smisurati per i ricchi e i potenti, significa rinunciare alla propria identità, asservendosi a chi detiene il potere.