Torna il sereno in edilizia?
Una nota di commento al comunicato di Fabiano Amati sul Piano Casa.
Gent.mo Fabiano Amati,
ho sempre apprezzato la tua capacità forense di spostare il punto di vista per difendere le tue argomentazioni. Ma, devo riconoscere, che sulla questione Piano Casa ti sei davvero superato.
A leggere il tuo comunicato stampa di ieri, mercoledì 14 luglio, pare tu stia descrivendo il Piano Casa come la panacea dell’edilizia e non uno strumento di promozione e rilancio della piccola edilizia, motivo per il quale è stato varato e che solo alcune forzature normative degli scorsi anni, promosse in Puglia soprattutto da te, ne hanno determinato l’attenzione e la preoccupazione da parte di Stato e Ministeri.
A partire dal 2009, anno di approvazione, la LR 14/09 Piano Casa si è dimostrata capace di rivitalizzare il settore edilizio, pienamente coinvolto dalla crisi economica dell’anno precedente. E, nonostante fosse straordinaria e temporanea, è stata prorogata di anno in anno fino a oggi, senza essere mai sostituita da una legge regionale ordinaria, che ne sancisse definitivamente gli aspetti rivelatisi più utili per l’edilizia.
Gli argomenti da te addotti, per festeggiare il ritiro del ricorso da parte del Governo nazionale, rientrano in gran parte nel consunto vocabolario di un certo populismo, modulato sulle frequenze della pancia delle coscienze pugliesi meno avvertite.
Infatti, nel tuo comunicato vi è un lungo elenco di meriti che poco o nulla c’entrano con lo specifico della legge in questione. Mi riferisco alle affermazioni “l’importanza del Piano Casa, quale strumento ecologico di sviluppo e crescita”, “che assicura migliaia di piatti a tavola ai pugliesi”, “riqualifica ambiti territoriali degradati o abbandonati”, “evita il consumo di suolo”, “consente di utilizzare materiali idonei a realizzare risparmio energetico”. In realtà, tali attributi valgono per qualsiasi moderna legge di promozione edilizia degna di questo nome. Ci sono, però, due caratteristiche del tuo lungo elenco, che meritano una particolare attenzione.
Quando affermi che il Piano Casa “incrementa gli introiti dei Comuni con gli oneri di urbanizzazione” e “riduce la filiera della decisione discrezionale, rendendo meno probabili le attività corruttive”, stai compiendo un’opera d’arte retorica, riuscendo ad affermare verità scontate come fossero inedite e velandone accuratamente altre che, dietro la veste di proclami liberali, rischiano di servire precisi e ingenti interessi. Altro che “rendere meno probabili le attività corruttive”.
Devo ricordarti che le forzature alla LR 14/09 degli scorsi anni, quelle che hanno permesso a molti grandi imprenditori nostrani di ipotizzare usi assolutamente impropri del Piano Casa, molto più vicini alla scala urbanistica che non a quella edilizia, portano quasi tutte la tua firma?
Per cui, Fabiano, piuttosto che insistere in questa difesa di facciata della piccola edilizia, offri il tuo contributo alla stesura di una legge regionale ordinaria e snella, che sancisca il sostegno al settore edilizio più sano e operoso e chiuda definitivamente con leggi straordinarie e temporanee, tra le cui maglie si sono inseriti, negli anni, troppi elementi di pericolosa ambiguità normativa.
Angelo Papio
(consigliere comunale di Manisporche ed esponente di Puglia Solidale e Verde)