Cinquecento metri di siepe divelta senza un senso
Mezzo chilometro di rosmarino lungo la pista ciclabile di via Procaccia estirpato senza una logica e senza pietà.
Era stato piantato nel 2004 a protezione del percorso promiscuo ciclopedonale appena realizzato.
Una lunga siepe di rosmarino alternato a mirto.
Dopo il primo anno della prevista manutenzione, è iniziato l’abbandono per siepe e alberi, mitigato solo dalla generosa attenzione di Peppino, giardiniere comunale sempre pronto a intervenire con la sua minicisterna a tre ruote.
Il mirto si è arreso subito lasciando dei vuoti tra un cespuglio e l’altro di rosmarino. Quest’ultimo, invece, ha resistito e ha attecchito con tutta la sua voglia di vivere. L’assoluta assenza di manutenzione, durata 18 lunghissimi anni, l’aveva portato a invadere buona parte della pista da un lato, e del marciapiede dall’altro.
Il buon senso avrebbe dovuto suggerire a qualsiasi Amministrazione comunale di effettuare un’opportuna potatura e riempire i vuoti lasciati dal mirto. Invece no, ancora una volta l’Ufficio per il Verde Urbano -sì, perché esiste anche quest’ufficio a Monopoli- opta per la devastazione e, necessariamente dietro indicazione politica, sradica tutto per ripiantare -e ripagare coi soldi nostri- chissà quale altra essenza, senza alcuna cura per una pianta ambientatasi con tante difficoltà alle condizioni di quel luogo.
Dopo aver assistito impotenti, in questi ultimi anni, alle centinaia di espianti di alberi di pino dai viali periferici, alle decine di espianti di oleandri da una strada centrale, alle piantine fiorite messe in piccole aiuole del centro città solo per puro decoro e per durare non più di qualche giorno, non è eccessivo parlare di crudeltà e durezza di cuore.